grafica Gaia Sitzia 3C
grafica Gaia Sitzia 3C

É forse già una cosa seria?

Non è per nulla seria.

Sono delle bolle di sapone, delle pure chimere...

 

(Fëdor Dostoevskij, Delitto e Castigo)

 

 

Bolle, bolle... Bolle che salgono leggere nell'aria...

Che cosa vi può essere di interessante al di là del puro divertimento?

 

Dal libro di Michele Emmer "BOLLE DI SAPONE - tra arte e matematica"

 

É abbastanza naturale supporre che trai i primi a essere ammaliati dalle lamine saponate siano stati gli artisti, i pittori in parlicolare.

Per quei giochi di colore che si muovono sulle superfici saponose, per la loro lucentezza, per la loro leggerezza. E per la loro fragilità.

Mentre per i matematici, le bolle di sapone sono dei modelli di una geometria delle forme molto stabili, per gli artisti, per la maggior parte di coloro che se ne sono occupati, le bolle di sapone sono state oggetto di interesse non tanto per il loro aspetto ludico quanto come simbolo, come allegoria della fragilità, della caducità delle cose umane,della vita stessa. Simbolo aereo e leggerissimo, sempre affascinate per la infinita varietà di colori e di forme. Dal punto di vista pittorico un soggetto molto complesso da rappresentare proprio per queste sue caratteristiche di estrema mutabilità.

 

La bolla di sapone si inserisce in quel filone artistico che si interessa della Vanitas, della fragilità della vita umana, della assurdità delle ambizioni umane.

Tutto è così volatile e di poca durata, come una bolla di sapone.

 

Tutto è vanità, in questo mondo.

Parole di Qoelet, figlio di Davide, re di Gerusalemme.

Vanità della vanità, dice Qoelet, vanità della vanità, tutto è vanità.

Quale utilità ricava l'uomo da tutto l'affanno, per cui fatica sotto il sole?...

Il sole sorge e tramonta... il vento soffia a mezzogiorno e poi gira a tramontana...

tutti i fiumi vanno al mare...

Ciò che è stato sarà e ciò che si è fatto si rifarà;

non c'è niente di nuovo sotto il sole...

Non resta più ricordo degli antichi, ma neppure di color che saranno

si conserverà memoria presso coloro che verranno in seguito.

 

 

Divertiamoci in mare e in terra

Infelice è quello che diventa famoso!

Ricchezze, onori falsi brillii di questo mondo

Tutto non è che bolle di sapone

 

Così concludeva la sua conferenza in occasione del Premio Nobel per la fisica nel 1991, Pierre-Gilles de Gennes, ... poesia francese del 1758.

 

Pierre-Gilles de Gennes ‹ˇʃèn›, - Fisico francese (Parigi 1932- Orsay 2007), prof. di fisica all'univ. di Parigi e dal 1971 al Collège de France; dal 1976 al 2002 direttore dell'École de physique et chimie di Parigi. Ha svolto ricerche in diversi ambiti della fisica teorica e applicata degli stati condensati, ponendo le basi metodologiche per l'analisi sistematica di alcuni fenomeni estremamente complessi e apparentemente casuali.

Nel 1991 ha ricevuto il premio Nobel per la fisica. 

 

E permettono di parlare anche della nostra società di oggi

 

Il maniaco dei barriti ha cominciato a perdere consistenza e volume, a contrarsi, è diventato quasi rotondo, trasparente come una bolla di sapone, ammesso che i pessimi saponi che si fabbricano di questi tempi siano in grado di formare quelle meraviglie cristalline che qualcuno ha avuto la genialità d'inventare,

e d'improvviso è scomparso alla vista.

Ha fatto plof ed è sparito.

Certe onomatopee sono provvidenziali. S'immagini se avessimo dovuto descrivere il processo di sparizione del soggetto con tutti i particolari.

Ci sarebbero volute almeno dieci pagine. Plof

 

J.Saramago - A viagem do elefante - Lisboa (2008)

 

Le bolle di sapone sono belle, colorate, volatili e fragili...

La bolla nasce, cresce e si sviluppa, invecchia e finalmente... Sparisce.

 

Ma... anche i cantautori sono attratti dalle bolle di sapone:

 

Per le parole non preoccuparti

È più facile di quello che pensi…

Come le Bolle di Sapone………bing

Se “soffi” piano vengono da sole”

 

da “Bolle di sapone” di Vasco Rossi

 

 

Un bimbo gioca con le bolle di sapone, le soffia a frotte,

leggere si librano e disperdono nell’aria

con i loro cangianti e vitrei colori.

 

Le rincorre e ne solleva una col suo bastoncino,

la trattiene per alcuni secondi nel suo sguardo stupito.

 

La bolla, molle e flessuosa nei suoi colori iridescenti e specchianti, 

evoca nel mistero della sua forma un mondo di poesia e fantasia.

 

Poi pluff sparisce e il gioco ricomincia con altre bolle,

altre labili promesse di piccola estasi di elegante bellezza.

 

Simbolo di leggerezza sempre affascinante,

piccola gioiosa armonia di sfere celesti,

il gioco può essere letto come una allegoria della fragilità,

della caducità delle cose umane, della vita stessa,

e può consentire un divertimento estatico e contemplativo.

 

 

Il gioco delle bolle di sapone

e il mondo incantato dei globi di vetro

molto ha a che fare con l’esperienza psichica,

con i nostri mondi interni,

a volte chiusi in asfittiche coartazioni.

 

La conoscenza del mondo,

scrive Calvino nell’Elogio della leggerezza,

è dissoluzione della sua compattezza,

percezione di ciò che è infinitamente

minuto e mobile e leggero.

Scusate per l'incompletezza dei dati, ma sono tanti e li stiamo caricando.

A breve avrete anche le didascalie delle opere pittoriche.

Evidentemente agli olandesi piacevano tanto le bolle di sapone, la maggior parte dei dipinti sono ascrivibili al XVII secolo e sono di scuola olandese.

Tenetevi aggiornati sugli argomenti .... Vanitas